Il linguaggio diagnostico è uno stile di comunicazione socialmente distribuito, il quale, oltre alla medicina, interessa gli ambiti professionali afferenti alle scienze sociali - in particolare le discipline psicologiche e le scienze dell'educazione e della formazione .

Storia

La locuzione linguaggio diagnostico è attestata nella lingua italiana dagli inizi dell'Ottocento, con riferimento al lessico della tassonomia (ambito delle scienze naturali) .

Dalla fine del Novecento questa espressione viene utilizzata nelle scienze sociali, specialmente nella critica del linguaggio della medicina (antipsichiatria) e della psicoanalisi .

L'argomento si giustifica sulla base del duplice significato della parola diagnosi: quello di "processo investigativo" (tecnica diagnostica) e quello di "prodotto linguistico" (formulazione diagnostica) .

Col XXI secolo la riflessione di tipo tecnico si estende al dibattito filosofico ; la diagnosi, trattata esclusivamente in quanto linguaggio, diventa materia per l'educazione alla comunicazione nelle più differenti aree disciplinari .

Descrizione

In senso ampio, il linguaggio diagnostico è una modalità comunicativa di prestigio, una tendenza a descrivere l'intera realtà in termini investigativi (retorica della complessità).

In senso stretto, è l'insieme delle formulazioni diagnostiche contenute nei manuali di classificazione utilizzati nelle attività di tipo socio-sanitario e psico-pedagogico. Questi testi sono dotati di caratteristiche trasversali, come la numerosità dei destinatari e la varietà delle denominazioni professionali coinvolte. I manuali diagnostici si differenziano pertanto dalla classificazione ICD, testo ufficiale dello stato il cui pubblico è costituito unicamente da medici .

Le principali opere di linguaggio diagnostico, considerate in quanto sistema integrato di conoscenze sull'essere umano, sono il DSM (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), l'ICF (classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute) e il NANDA (manuale di diagnosi infermieristica) , a cui si aggiungono il PDM (manuale diagnostico psicodinamico) e la CD03 (classificazione diagnostica per l'infanzia) .

Conseguenze

Le formulazioni linguistiche standardizzate contenute nei manuali di classificazione diagnostica si riferiscono a "oggetti di diagnosi" eterogenei, come disturbi, problemi, bisogni e rischi, non assimilabili al comune concetto di malattia, intesa quale «lesione anatomica o fisiologica dimostrabile» (Thomas Szasz).

Parallelamente, permane la sovrapposizione dell'idea di diagnosi all'idea di malattia, un diffuso bias cognitivo che favorisce la proliferazione delle "non-malattie" e del disease mongering. In questo contesto di confusione semantica attorno ai concetti fondamentali della medicina, la teoria del linguaggio diagnostico ripropone un tema centrale della filosofia del linguaggio: il rapporto tra parole e cose, la distinzione tra piano del linguaggio e piano della realtà.

La riscoperta dell'evidenza che «una mappa non è il territorio» (Alfred Korzybski) è finalizzata alla riappropriazione da parte dell'individuo di una adeguata consapevolezza della propria posizione nel mondo.

Note

Bibliografia

  • Antiseri, Dario e Cagli, Vito, Dialogo sulla diagnosi. Un filosofo e un medico a confronto, Roma, Armando, 2008, ISBN 978-88-6081-344-2, OCLC 799578384.
  • Cagli, Vito, La crisi della diagnosi. Cosa è mutato nel concetto e nelle procedure della diagnosi medica, Roma, Armando, 2007, ISBN 978-88-6081-171-4, OCLC 799703594.
  • Cosmacini, Giorgio, Gaudenzi, Giuseppe e Satolli, Roberto, Dizionario di storia della salute, Torino, Einaudi, 1996, ISBN 88-06-13427-2, OCLC 797838147.
  • Doliana, Claudio, La distribuzione sociale del linguaggio diagnostico e le sue conseguenze. Studio quantitativo sui titoli dei libri in commercio, in Tutor, vol. 11, n. 2-3, 2011, pp. 38-47, ISSN 1971-7296, OCLC 889436277.
  • Doliana, Claudio, Il linguaggio diagnostico. Saggi di pedagogia della comunicazione, Foggia, Edizioni del Rosone, 2019, ISBN 978-88-3335-040-0, OCLC 1344494012.
  • (EN) Gabriel, Eberhard, Commentary on prospects for a more integrated system of psychiatric classification and diagnosis, in Psychopathology, vol. 35, n. 2-3, 2002, pp. 197-198, DOI:10.1159/000065146, ISSN 0254-4962, OCLC 4815840773.
  • Hillman, James, Il mito dell'analisi, Milano, Adelphi, 1979, ISBN 978-88-459-0858-3, OCLC 797610152.
  • (EN) Korzybski, Alfred, Science and sanity, 5ª ed., New York, Institute of General Semantics, 1994, ISBN 0-937298-01-8, OCLC 180133157.
  • (EN) Smith, Richard, In search of "non-disease", in British Medical Journal, n. 7342, 2002, pp. 883-885, ISSN 0959-535X, OCLC 644298340.
  • Szasz, Thomas, Il mito della malattia mentale, Milano, Spirali, 2003, ISBN 88-7770-634-1.
  • Tenore, Michele, Corso delle botaniche lezioni. Trattato di fitognosia: tomo primo, Napoli, Orsiniana, 1806, OCLC 719411285.

Voci correlate

  • Antipsichiatria
  • Filosofia della medicina
  • Filosofia del linguaggio
  • Pedagogia della comunicazione

Collegamenti esterni

  • D. Antiseri e V. Cagli, Dialogo sulla diagnosi. Un filosofo e un medico a confronto (estratto), su books.google.it.
  • C. Doliana, Il linguaggio diagnostico. Saggi di pedagogia della comunicazione, su archive.org.
  • (LA) Genera morborum, su archive.org, 1759. In: Amoenitates Academicae, vol. 6, 1763, pp. 452-486 (primo manuale di linguaggio diagnostico della storia).

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